Storia delle schede italiane (2): le “bianche” e le “rosse”

Nel 1985, mentre si vanno diffondendo su scala nazionale i telefoni del tipo SIDA con scheda verticale giallo blu, Sip decide di procedere nella sperimentazione di un nuovo tipo di lettore di scheda telefonica aggiuntivo (di colore blu), da affiancare ai telefoni già esistenti. In questo modo si limitano i costi poiché si evita di modificare tutti i telefoni esistenti. I nuovi lettori azzurri funzionano con schede in cartoncino plastificato con banda magnetica disposta nel senso della lunghezza invece che in quello della larghezza (la scheda diventa “orizzontale” invece che “verticale”); il colore di fondo diventa bianco per entrambi i lati: è la cosiddetta serie “bianca”, che avrà un carattere semi sperimentale per un periodo di circa due anni.

I telefoni predisposti per questo nuovo tipo di schede vengono installati soprattutto nelle basi Nato dislocate in Italia: alla Maddalena, in Sardegna e a Comiso, solo per citare le principali. Le istruzioni operative sono stampate nelle consuete tre lingue (italiano, inglese e francese), per la versione “italiana” e addirittura in quattro (è aggiunto il tedesco) per la versione “Alto Adige”. I valori facciali, così come la numerazione progressiva, sono sovrastampati sulla base bianca; tali valori sono 3000, 5000, 6000, 10.000 e 20.000 lire per la serie “italiana” e 3000, 6000, 10.000 lire per la serie “Alto Adige”. La sola carta da 20.000 lire è relativamente facile da reperire nei vari mercatini a un prezzo abbastanza contenuto così come quella da 10.000 lire nella versione “italiana” che si trova però a un prezzo decisamente più alto. Le altre carte che compongono la serie base, quelle da 3000, 5000 e 6000 lire, più la 10.000 lire Alto Adige, sono invece decisamente difficili da trovare, sia allo stato di nuovo sia di usato. La serie “bianca”, essendo per così dire coetanea della serie SIDA 2, ha il medesimo logo Sip con la dicitura “Società Italiana per l’Esercizio telefonico”. Quando la denominazione ufficiale di Sip diventa “Società Italiana per l’Esercizio delle telecomunicazioni Spa” appare un nuovo tipo di scheda aggiornato con il logo Sip “Società Italiana per l’Esercizio delle Telecomunicazioni S.p.A.”

NASCONO LE “ROSSE”

Siamo a metà del 1986 e la scheda presenta delle appariscenti innovazioni. Primo: il colore del lato A diventa rosso intenso, con la banda magnetica orizzontale e una banda di controllo grigia sulla base inferiore, il cosiddetto “piedino”. Secondo: il lato B con le spiegazioni tecniche in più lingue rimane bianco; terzo: i valori facciali diventano solo due, cioè 5000 e 10.000 lire, e sono direttamente impressi durante la prima fase di stampa, senza bisogno di successivi passaggi come avveniva con le bianche. Della serie “rossa” si conoscono attualmente 19 tipi diversi, e come tali vengono collezionati. La carta base, sia nella versione da 5000 lire sia in quella da 10.000, presenta sul lato A una finestratura bianca rettangolare sul fondo rosso per la numerazione di controllo (nei casi in cui è prevista). Sulla prima tiratura compare una numerazione a sette cifre di cui le prime due sono fisse, e sono rispettivamente 02 per il taglio da 5000 e 04 per quello da 10.000 lire, seguite ciascuna dalle restanti altre cinque cifre.

La tiratura complessiva di questa prima emissione, come riportato dai cataloghi, dovrebbe essere di circa 80.000 pezzi. Poiché in queste schede la cifra zero si presenta sia come zero “vuoto”, sia come zero tagliato da una barra obliqua, si può ipotizzare che esistano ben quattro “sottotirature” più o meno omogenee di circa 15, 20 mila schede l’una: scheda da 5000 con zero vuoto e barrato e scheda da 10.000 con zero vuoto e barrato.

Nel corso del 1987 vengono emesse successive tirature delle schede rosse, sempre in contemporanea con le SIDA 3 che continuano ad avere il sopravvento sia per il numero sia per la diffusione sul territorio. La nuova tiratura presenta una numerazione a sei cifre nei consueti tagli da 5000 e 10.000 lire, e dovrebbe essere di 100.000 pezzi per tipo. La reperibilità della serie a sei cifre, probabilmente a causa dell’uso molto consistente, è scarsa per gli esemplari usati e, a maggior ragione, per quelli nuovi. La terza tiratura della serie “rossa” è caratterizzata da una numerazione con otto caratteri alfanumerici (ma in assenza di numeri si hanno solo lettere, per cui esiste anche il tipo con otto lettere) nei consueti tagli da 5000 e 10.000 lire. Esiste anche la versione per l’Alto Adige, nelle due varianti con otto caratteri alfanumerici oppure otto lettere: è alquanto rara. Viene poi approntata un’altra tiratura, analoga in tutto e per tutto alla precedente alfanumerica, con l’unica differenza di un asterisco aggiunto al di fuori della finestratura bianca. Per la tiratura con asterisco non esiste la versione Alto Adige.

Agli inizi del 1988 compare una nuova tiratura della serie “rossa”: la differenza sostanziale rispetto alle precedenti schede è che manca del tutto la numerazione nella finestratura bianca. Viene anche emessa, solo nel taglio da 5000 lire, la versione per l’Alto Adige.

La serie si conclude nello stesso anno con due nuove emissioni (facciali da 5000 e 10.000 lire) che per la prima volta riportano sul lato B il logo della ditta produttrice (Mantegazza).